MEF e Ministero della Salute hanno presentato una proposta d’Intesa alla Conferenza delle Regioni in cui si abbassano da 1.850 euro per le omologhe e da 4.000 euro comprensivo del rimborso forfettario per reperimento ovociti dalle Banche per le tecniche eterologhe, a soli 1.300 euro le tariffe delle prestazioni PMA (Procreazione Medicalmente Assistita) inserite nei LEA.
“In un periodo storico di scarsa natalità e di condizioni economiche disastrose per l’emergenza Covid, il MEF ed il Ministero della Salute sferrano un colpo insensato e pericoloso a danno delle sempre più numerose coppie infertili (30%) che in Italia sono alla ricerca di una gravidanza. Ciò è avvenuto, in data 29 dicembre 2021, quando nell’ambito di una Proposta d’Intesa pervenuta alla Conferenza delle Regioni in data 29 dicembre 2021, hanno dato indicazioni completamente errate e prive di ogni raziocinio sullo schema di determinazione delle tariffe delle prestazioni PMA inserite nei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza)”. Ha dichiarato in una nota il ginecologo campano Alfonso Maria Irollo Direttore Clinico del Gruppo Chianciano Salute PMA, uno tra i più autorevoli esperti di Fecondazione Assistita in Italia.
“Se recepita dalle Regioni, tale indicazione priverà molte coppie della possibilità di recarsi presso le strutture pubbliche o private convenzionate con il SSN, in quanto le prime, aumenterebbero a dismisura le liste di attesa già oggi vergognose, e le seconde potrebbero rinunciare al regime di convenzione in quanto le tariffe stabilite nella Proposta, solo 1.300 euro, non coprirebbero minimamente le spese della tecnica di fecondazione assistita (PMA). Con un colpo di mano, senza consultare noi, addetti ai lavori, senza alcun studio economico e contravvenendo a quando già ipotizzato nel 2017 da un pool di esperti, dirigenti regionali e consulenti della Conferenza delle Regioni, hanno deciso praticamente di escludere dai LEA le “procedure” di PMA in quanto economicamente insostenibili a quelle tariffe, tralasciando e dimenticando di menzionare altre procedure importanti quali ad esempio, la diagnosi Preimpianto, praticamente scomparsa dai LEA. Se tale proposta, presentata e discussa a fine dicembre 2021, verrà approvata, gli unici ad averne un vantaggio saranno i soliti Fondi economici sanitari stranieri che negli ultimi anni, favoriti anche dalla crisi economica, hanno fatto incetta di centri PMA italiani. Ora il rischio – conclude il medico campano – è un “cartello” che potrebbe monopolizzare la PMA italiana costringendo le coppie a grossi sacrifici economici e trasferendo risorse economiche italiane all’estero. Confidiamo nei Presidenti delle Regioni affinché non recepiscano tali indicazioni, e proseguano con le loro fino ad oggi politica virtuosa, che ha visto sempre più Regioni riconoscere la Procreazione Medicalmente Assistita quale trattamento medico essenziale, favorendo le coppie con l’aumento dei tentativi in convenzione con il SSN e con l’innalzamento, per accedervi, dei limiti d’età”.