L’invio di armi e le sanzioni, “servono come gesti di solidarieta’” ma “non a vincere la guerra”. La condanna “verso l’aggressore, la Russia di Putin, deve essere senza attenuanti. Allo stesso tempo tenere aperto il dialogo e’ un dovere politico. La guerra si ferma con i negoziati, non con i tweet. Putin non e’ improvvisamente impazzito, guai ad assecondare tale lettura superficiale: Putin sta cambiando la geografia del mondo, spostando il baricentro a Est. E’ immorale ma non e’ umorale. Sfida l’Europa perche’ ha un patto con la Cina, l’India e molti paesi africani. Per questo bisogna che la reazione sia politica”. Lo dice in un’intervista a La Repubblica l’ex premier Matteo Renzi, che torna a suggerire di affidare ad Angela Merkel un ruolo da mediatrice. “Io dico che Nato e Ue devono trovare una risposta unitaria altrimenti il nuovo ordine geopolitico mondiale ci tagliera’ fuori a lungo – spiega -. Serve un nuovo progetto: difesa comune, energia, identita’ culturale. E serve tanta tecnologia. Credo che la Merkel sia la piu’ autorevole tra le personalita’ istituzionali per svolgere questo ruolo. Macron e Draghi si stanno muovendo bene ma serve un salto di qualita’ politico anche a Bruxelles. Piu’ politica e meno burocrazia”. Putin “immagina di diversificare i clienti del suo gas e guarda a Est e a Sud convinto come e’ di aver chiuso per anni con l’Ovest. E il problema per noi e’ proprio l’energia. La strategia del no a tutto degli anni scorsi, su cui anche il mio governo fu massacrato dopo lo Sblocca Italia, oggi ci presenta il conto”.