Dalla lettura in diretta tv, tra una battuta e l’altra, del suo curriculum alla possibilità di averlo come “interlocutore per un comune progetto riformista“. Come cambia la politica nel giro di pochi anni.

Lo sa bene anche Vincenzo De Luca, governatore della Campania, che dopo aver attaccato a testa bassa Luigi Di Maio e l’intero Movimento 5 Stelle, da qualche tempo ha fatto marcia indietro, aprendo al dialogo e, dopo la recente fuoriuscita di “Luigino” (così come lo chiamava, ndr) dal partito di Beppe Grillo, invitando il “carpentiere” mancato di Pomigliano D’Arco a collaborare per la creazione di un’unica grande forza politica che aggreghi il centrosinistra. Di Maio può essere un interlocutore perché – osserva De Luca – “se parla di concretezza, di rifiuto della demagogia, se ricorda a me che uno non vale uno, io che c’ero arrivato dieci anni fa per la verità, forse ci poteva arrivare un po’ prima, ma meglio tardi che mai, dico di sì”.

Per il governatore campano non c’è alcuna preclusione contro quelle componenti politiche che “vivono un processo di maturazione e che escono dall’infantilismo, dalla demagogia e in qualche caso da posizioni di vera e propria stupidità, credo sia un bene per il Paese”. Stessa apertura anche agli esponenti del Movimento 5 Stelle: “Se c’è un’innovazione anche nell’ambito dei Cinque Stelle – spiega – se c’è un processo Di maturazione politica, io credo che debba essere guardato con grande rispetto e anche con grande interesse”.

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