Intervista alla Dott.ssa Muscianese

Nonostante il caldo estivo sia alle porte non possiamo abbassare la guardia, il Coronavirus SARS-CoV-2 ci impone di continuare ad usare molte precauzioni, come le mascherine e i gel disinfettanti, ma la nostra pelle ne risente? Come possiamo affrontare al meglio gli inconvenienti di un uso prolungato? L’abbiamo chiesto alla Dottoressa Dermatologa Marta Muscianese in esclusiva per i nostri lettori.

Intervista alla Dott.ssa Muscianese

Quale reazione può causare la mascherina sulla nostra pelle?
Le mascherine sono un dispositivo protettivo essenziale nell’affrontare il diffondersi dell’infezione da Coronavirus SARS-CoV-2 e, per questo, diventate di uso comune negli ultimi mesi; le reazioni che esse possono provocare sulla cute del viso sono correlate alla durata di utilizzo, al materiale della mascherina utilizzata, alla predisposizione soggettiva e all’eventuale presenza di problematiche già esistenti.
Le eruzioni acneiformi da mascherina, per le quali è stato coniato il termine di “Maskne”, sono sicuramente tra le manifestazioni più frequenti, e comprendono diverse manifestazioni tra cui comedoni chiusi (punti bianchi) e comedoni aperti (punti neri), papule eritematose, pustole, grani di milia, etc.
Nei pazienti con cute reattiva e sensibile si possono riscontrare irritazioni e desquamazioni nelle zone dove poggia la mascherina ma anche follicoliti, cheilite angolare, dermatite periorale.
Infine, in alcuni pazienti si può osservare l’esacerbazione di diverse patologie dermatologiche già esistenti, tra cui la rosacea e la dermatite seborroica oppure la comparsa di una dermatite irritativa o allergica da contatto, solitamente legate alla formaldeide al nickel o altre componenti dei tessuti delle mascherine; questi effetti collaterali dell’utilizzo prolungato delle mascherine sono sicuramente trascurabili se consideriamo il beneficio derivante dal loro utilizzo, ma è utile conoscere alcuni espedienti per ridurre al minimo il rischio di svilupparli

Come cambiare la beauty routine al tempo del Covid?
Con alcuni semplici accorgimenti si può modificare la beauty routine quotidiana della pelle per evitare irritazioni e le altre manifestazioni da mascherina.
Il primo consiglio è quello di sostituire dopo ogni utilizzo le mascherine chirurgiche monouso e lavare frequentemente quelle di stoffa (preferire 100% cotone o seta), per minimizzare l’accumulo di sebo e l’effetto occlusivo responsabile delle problematiche menzionate.
La detersione del viso è fondamentale, consigliata prima e dopo l’utilizzo della mascherina, per rimuovere le impurità, ridurre le infiammazioni e le irritazioni, scegliendo formulazioni delicate e prive di profumi; detergenti schiumogeni sono preferibili se si ha una cute grassa o mista mentre detergenti non schiumogeni privi di tensioattivi sono preferibili per le pelli secche e mature.
In generale, il make-up non è proibito ma sarebbe meglio evitare l’uso di cosmetici comedogenici contenenti olii vegetali concentrati e paraffine semifluide e non adatti al proprio tipo di cute che favoriscono l’accumulo di sebo e l’ostruzione dei follicoli piliferi. Se non si può far a meno del make-up il consiglio è di utilizzare prodotti con formulazioni “oil-free” non comedogeni, BB cream a base acquosa e prodotti in polvere minerale

Cosa possiamo fare per idratare la pelle anche in quella zona che teniamo sempre coperta?
Dopo la detersione del mattino è consigliabile scegliere creme idratanti con texture leggere, che abbiano proprietà antinfiammatorie e sebonormalizzanti come quelle a base di niacinamide, acido azelaico o gluconolattone. La sera è preferibile utilizzare sieri con attivi nutrienti e antiossidanti che hanno formulazioni che non appesantiscono la cute. E’ fondamentale scegliere, anche in questo caso, prodotti non comedogenici e privi di profumi

Le donne arabe e le donne giapponesi hanno sempre il viso coperto, ma nonostante questo hanno una pelle luminosa, Come fanno? (Usano forse dei prodotti diversi da noi o usano truccarsi meno?)
Le donne arabe in generale soffrono degli stessi disturbi dermatologici delle donne occidentali e delle donne asiatiche. Differenze sostanziali tra queste popolazioni in termini di frequenza del tipo specifico di patologia sono determinate dalla predisposizione genetica piuttosto che dall’utilizzo di cosmetici. Tuttavia c’è da sottolineare che i tessuti con i quali si coprono il volto sono di cotone o seta e non sintetici come le mascherine e che le donne mediorientali prestano molta attenzione a qualsiasi imperfezione della cute dedicando molto tempo alla skincare; generalmente le texture utilizzate sono molto leggere per il clima umido di queste regioni

Il surriscaldamento che la mascherina provoca nella zona labiale potrebbe favorire l’herpes? Se si come premunirci?
La prima infezione da Herpes Simplex Virus (HSV) tipo 1 e tipo 2 determina una reazione immunitaria che tuttavia non elimina il virus che persiste nel nostro organismo per tutta la vita. Il virus raggiunge le terminazioni nervose della sede di contatto e i gangli nervosi corrispondenti dove rimane inattivo (fase latente). Stimoli di diversa natura creano le condizioni favorevoli alla replicazione del virus ed alla sua migrazione in senso opposto dal ganglio spinale alla cute facendo comparire le classiche manifestazioni. Tra questi stimoli si annoverano stress fisici quali febbre, interventi chirurgici, infezioni e terapie immunosoppressive e stress emotivi, esposizione ai raggi ultravioletti e/o al freddo. A oggi non c’è evidenza che l’utilizzo, anche prolungato, della mascherina sia un fattore sufficiente a scatenare la replicazione del virus e quindi la manifestazione cutanea dell’herpes, tuttavia non dobbiamo dimenticare che l’emergenza sanitaria da Sars-Cov2 che stiamo affrontando rappresenta un importante stress emotivo per moltissimi soggetti. L’applicazione locale di creme contenenti principi antivirali hanno una modesta efficacia nel ridurre le lesioni, ma riducono la sensazione di dolore e bruciore; tuttavia sono efficaci soltanto se iniziate nella fase prodromica, cioè alla comparsa dei sintomi che precedono le lesioni cutanee come sensazione di calore, bruciore e prurito

Anche le nostre mani sono continuamente sottoposte a stress, i guanti in lattice, i gel disinfettanti, i continui lavaggi. Cosa ci consiglia di fare per averle idratate?
Il frequente lavaggio delle mani e l’utilizzo dei gel disinfettanti causa un danno al film idrolipidico della cute e può dunque comportare l’insorgenza di una dermatite irritativa da contatto che si manifesta con eritema, secchezza, desquamazione, sensazione di bruciore e intenso prurito. Il consiglio è quello di utilizzare detergenti idratanti non schiumogeni, adatti a pelli secche, che aiutino a ripristinare la barriera cutanea e contengano dunque sostanze come acidi grassi polinsaturi, ceramidi e acido ialuronico. Inoltre è fondamentale utilizzare creme adatte a rafforzare la barriera cutanea, con formulazioni ricche, dopo ogni lavaggio. Esistono in commercio anche formulazioni di gel disinfettanti per pelli sensibili ed atopiche che accostano all’azione antivirale di alcol e perossido di idrogeno anche acidi grassi mono e polinstauri assicurando un minore danno al film idrolipidico cutaneo

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