“Vorrei chiedergli perché ha deciso di rovinare la nostra vita. Proverò a parlargli, forse alla prossima occasione”.

Così Nicolò Maja, parla del padre Alessandro che oggi ha rivisto per la prima volta in aula al tribunale di Busto Arsizio (Varese) da quando, nel maggio scorso, l’uomo ha ucciso nel sonno la moglie, l’altra figlia Silvia e ha gravemente ferito il 24enne, oggi in carrozzina dopo una serie di interventi chirurgici. Stamani il ragazzo si é presentato con una maglietta con le immagini della madre Stefania e della sorella Giulia “perché volevo portarle con me – ha detto Nicolò – mi danno quella spinta…”.

Potresti leggere

Travolto da tubi e impalcature, operaio di 40 anni muore nel Napoletano

Ancora una morte sul lavoro. Un operaio della ditta Genny Ponteggi, è…

Bimbo di 8 anni esce di casa e si perde: ritrovato nella metro dopo tante fermate

A otto anni si è allontanato da casa, ha preso un treno della…

“Tifo Napoli e odio la Juve”, bufera sul pm Santoriello titolare dell’indagine sul club bianconero

Battute di spirito pronunciate mentre parlava di un’inchiesta sulla Juventus di cui…