Salvini e il Quirinale

29 senatori e 67 deputati, sono gli uomini di Matteo Salvini che arrivano in Parlamento, dopo il deludente voto di domenica. Un numero che però può confortare il segretario (“La nuova quota 100”, l’ha definita lo stesso leader della Lega, parafrasando la misura pensionistica bandiera del Carroccio). Ma vuoi per il taglio dei parlamentari, vuoi per i voti quasi dimezzati rispetto alle ultime politiche, non mancano facce scure e mugugni nel partito, da parte dei tanti che sono rimasti fuori, risultando bocciati alle urne. Il nome più noto è quello del fondatore della Lega, del Senatur Umberto Bossi, che correva per la Camera e alla fine è rimasto fuori, nonostante un collegio che pareva blindato a Varese. “Sono contento poiché avevo deciso di non candidarmi. Mi hanno pregato e solo per il rispetto verso la militanza ho accettato”, ha detto all’AdnKronos tranchant il vecchio Capo. Anche tra i fedelissimi di Salvini si conta chi è rimasto fuori, come il tesoriere della Lega, Giulio Centemero, già deputato e tra i più attivi nelle commissione Finanza di Montecitorio. Tra i volti nuovi il neo-capo del dipartimento dello Sport della Lega, il volleista Luigi Mastrangelo (Lega), bronzo olimpico a Londra 2012, che non ce l’ha fatta in Puglia. Promosso a pieni voti, alla Camera, invece il sottosegretario al Mef, Federico Freni, entrato al governo dopo le dimissioni di Claudio Durigon (anche lui eletto a Viterbo da senatore). Entra in Senato anche Andrea Paganella, tra gli uomini dello staff di Salvini, già socio di Luca Morisi, e capo segreteria del Capitano al Viminale.

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