Al di là di ideologismi e parole al vento, il motivo del contendere è solo questo: Dad per tre settimane per le medie e le elementari, per consentire una più vasta vaccinazione infantile e per scavallare il picco di contagi previsto per gennaio. E tutto questo accogliendo richieste pressanti di centinaia di presidi, di sindaci e di dirigenti sanitari. Le pare che ci sia motivo per fare crociate da parte del governo? Le nostre sono solo misure ragionevoli”. Lo afferma, in una intervista a Repubblica, Vincenzo De Luca, governatore della Campania, unica regione ad aver preso la decisione della ripartenza della scuola in dad, contestata dal ministro Bianchi e su cui è aperto un ricorso al Tar. “Noi riteniamo di muoverci su un piano di piena legittimità. Siamo in una situazione di straordinaria e drammatica emergenza, che solo il governo non vede. La cosa davvero scandalosa è che il governo non ha riunito il Comitato tecnico scientifico come chiesto da tutte le Regioni, per avere una base sanitaria oggettiva e autorevole su cui fondare le decisioni. La nostra ordinanza invece, è conseguente alle valutazioni della nostra Unità di crisi e di tutti i dirigenti sanitari, sul piano epidemiologico e vaccinale”, “consegniamo al Tar i dati oggettivi che motivano la gravità della situazione: Rt a 1,78; impossibilità concreta di tracciamenti, esaurimento dei posti letto pediatrici, e vaccinati sotto i 12 anni al 15%. Dobbiamo aspettare le tragedie per decidere misure di prevenzione minima, del tutto proporzionate e che non coinvolgono gli istituti superiori, con tassi di vaccinazione più elevati?” e “la Lombardia ha segnalato le stesse criticità, senza avere risposte. Noi abbiamo la popolazione più giovane d’Italia, una densità abitativa e una struttura sanitaria che ci obbligano alla prudenza. Ma ho la sensazione che tra qualche giorno saremo tutti nella stessa condizione”, “l’azione di governo sulla pandemia rimane ispirata alle mezze misure” e “le conseguenze rischiano di pagarle i più piccoli”.