Dalle rassicurazioni del finto figlio (“Mamma non andare via che lì si sta bene“) al cibo servito in quantità minime, talvolta scaduto e mal conservato, alla somministrazione di psicofarmaci come l’Entumin per renderli più ‘gestibili‘. Pazienti chiusi nelle loro stanze e costretti persino a farsi addosso i bisogni corporali. Sono sono alcuni dei ‘servizi’ che la casa di cura abusiva denominata ‘Casa del Sole‘, a Reggio Calabria, offriva ai 15 ospiti, tutti affetti da gravi patologie e non autosufficienti, trasformando la permanenza in un vero e proprio incubo.

Le circostanze sono emerse da una indagine, denominata “La Signora“, condotta dai carabinieri del Nas e coordinata dalla procura guidata da Giovanni Bombardieri, che ha portato nelle scorse ore all’arresto delle due donne titolari della struttura abusiva e di tre dipendenti, tra cui la cuoca, gravemente indiziati dei reati di maltrattamenti verso conviventi e abbandono di persone incapaci, aggravati dall’aver cagionato la morte di un ospite. Altri sette soggetti sono stati denunciati in stato di libertà per diversi illeciti penali.

Le indagini sono partire a gennaio 2021 in seguito alla denuncia di una donna che aveva perso il marito, affetto da una malattia neurodegenerativa, dopo un periodo di degenza presso la casa di riposo abusiva.  L’ipotesi investigativa è che l’uomo sarebbe stato vittima di maltrattamenti e abbandono che avrebbero causato un peggioramento irreversibile della sua condizione clinica fino a giungere al decesso.

In cinque mesi di accertamenti (da gennaio a maggio 2021) i carabinieri del Nucleo Antisofisticazione e Sanità, attraverso attività di intercettazione telefonica, acquisizioni e analisi di cartelle cliniche e ispezioni igienico sanitarie, nonché pedinamenti e osservazioni, hanno ricostruito il modus operandi di gestori e dipendenti della struttura.  Oltre al cibo di scarsa qualità, e spesso scaduto, è emersa anche l’assenza di acqua calda e riscaldamenti. Nell’omettere le normali pratiche di igiene personale e degli ambienti, in quanto gli anziani sarebbero stati abbandonanti e chiusi nelle stanze per cui, in alcuni casi, sono stati costretti a espletare i propri bisogni su sé stessi e sul letto dove dormivano, provocando l’aggravamento delle patologie già in essere e cagionando in alcuni casi anche la malattia della scabbia.

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