Ho avuto la sensazione di avere Leonardo Da Vinci in casa“. Sono le parole di Alberto Angela nel giorno dell’ultimo saluto a papà Piero, il divulgatore scientifico morto a 93 anni. Impressionante il numero di persone che da questa mattina, nella camera ardente allestita in Campidoglio a Roma nella Sala della Protomoteca, ha reso omaggio al popolare giornalista scomparso il 13 agosto. Nonostante il caldo afoso, dalle 11:30 si registrato un via vai continuo di persone. La camera ardente verrà chiusa alle 19 e a seguire saranno celebrate le esequie con cerimonia laica, come disposto dallo stesso divulgatore.

Da brividi il ricordo del figlio Alberto, che alla fine del suo discorso si è commosso tra gli applausi delle persone presenti.  “Ho avuto la sensazione di avere Leonardo Da Vinci in casa, che dava la risposta giusta sempre con una capacità di sintesi e analisi in modo pacato. Lui amava ripetere un aforsima di Leonardo da Vinci: ‘Siccome una giornata ben spesa dà lieto dormire così una vita ben usata dà lieto morire’“.

“Oggi che mi sento fra persone amiche – si è rivolto Alberto Angela alle centinaia di persone presenti – vorrei partire dall’ultima cosa che ha fatto papà: quel comunicato che tutti avete letto. E’ stata l’ultima cosa che fisicamente ha detto, come discorso, con poche forze. Mia sorella e io lo abbiamo raccolto e trascritto”. “É il discorso di qualcuno che parla a degli amici e che alla fine di una serata o una vacanza dice ‘adesso io vado'” aggiunge.

Poi l’ultimo insegnamento. “Ci ha insegnato tante cose, con libri e trasmissioni, ma anche con l’esempio: negli ultimi giorni mi ha insegnato a non aver paura della morte, la sua serenità mi ha davvero colpito. Se ne è andato soddisfatto – ha poi aggiunto Alberto Angela – come quando ci si alza dopo una cena con gli amici. Quando ha capito che era arrivata la fine ha concluso le trasmissioni e il disco jazz, discorso ai familiari e al pubblico e poi il giorno dopo se ne è andato. Sembrava riservato ma dentro aveva un fuoco. Per me continuerà a vivere attraverso i libri, le trasmissioni, i dischi jazz, ma anche in tutti quei ragazzi che hanno speranza nel futuro e cercano l’eccellenza, nei ricercatori che cercano di andare a meta nonostante tutte le difficoltà, in tutte le persone che cercano di unire e non di disunire, nelle persone che cercano la curiosità e le bellezze della natura, quelle che cercano di assaporare la vita. L’eredità che lascia a tutti noi è importante, ed è un’eredità non fisica o di lavoro, ma di atteggiamento nella vita: quello che ci ha detto come ultima cosa è stato ‘anche voi fate la vostra parte’. E io cercherò di fare la mia”.

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