I legali di Alessia Pifferi, la 37enne arrestata il 21 luglio per aver lasciato morire di stenti la figlia Diana di quasi un anno e mezzo, abbandonandola da sola in casa per sei giorni, hanno presentato un’altra richiesta al gip per far entrare in carcere uno dei docenti incaricati dalla stessa difesa di redigere una consulenza neuroscientifica e psichiatrica sulla donna.

Una precedente istanza era gia’ stata respinta dal gip Fabrizio Filice nelle scorse settimane. Il giudice non aveva ravvisato motivi validi per consentire i colloqui con persone esterne e medici ai fini di una consulenza tecnica sullo stato di salute mentale della donna. E cio’ perche’ agli atti dell’inchiesta, coordinata dal pm Francesco De Tommasi e condotta dalla Squadra mobile, non c’erano allo stato elementi sulla base dei quali ipotizzare patologie psicofisiche della 37enne, accusata di omicidio volontario aggravato e assistita dagli avvocati Solange Marchignoli e Luca D’Auria.

Della nuova istanza si discutera’ nell’udienza davanti al gip gia’ fissata per domani, mercoledì, per conferire l’incarico ai periti per gli accertamenti, con la formula dell’incidente probatorio, sul materiale sequestrato, tra cui il biberon trovato accanto al corpo della bimba. Analisi utili per verificare la presenza o meno di un tranquillante nel latte, dopo che nell’abitazione era stato sequestrato anche un flacone di benzodiazepine. Per l’incidente probatorio anche la Procura nominera’ propri consulenti. Gli esiti finali degli esami autoptici e tossicologici eseguiti a luglio, invece, saranno depositati entro fine ottobre.

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