La Corte costituzionale ha ritenuto inammissibile il quesito referendario sull’eutanasia perché “a seguito dell’abrogazione, ancorché parziale, della norma sull’omicidio del consenziente, cui il quesito mira, non sarebbe preservata la tutela minima costituzionalmente necessaria della vita umana, in generale, e con particolare riferimento alle persone deboli e vulnerabili”. Bocciato uno degli otto quesiti referendari sui quali è atteso il pronunciamento della Corte.

La Consulta, presieduta dal neo presidente Giuliano Amato – “si è riunita oggi in camera di consiglio per discutere sull’ammissibilità del referendum denominato ‘Abrogazione parziale dell’articolo 579 del Codice penale (omicidio del consenziente)’. In attesa del deposito della sentenza (che sarà depositata nei prossimi giorni, ndr), l’Ufficio comunicazione e stampa – si legge nella nota -fa sapere che la Corte ha ritenuto inammissibile il quesito referendario perché, a seguito dell’abrogazione, ancorché parziale, della norma sull’omicidio del consenziente, cui il quesito mira, non sarebbe preservata la tutela minima costituzionalmente necessaria della vita umana, in generale, e con particolare riferimento alle persone deboli e vulnerabili”.

Adesso i giudici della Consulta dovranno esprimersi sull’ammissibilità di altri sette quesiti che vanno alla depenalizzazione della coltivazione della cannabis ai referendum sulla giustizia, promossi dalla Lega e dai Radicali e presentati da nove Consigli regionali. In caso di ammissibilità dei quesiti il voto si terrebbe tra aprile e maggio.

“Questa per noi è na’ brutta notizia. E’ una brutta notizia per coloro che subiscono e dovranno subire ancora più a lungo. Una brutta notizia per la democrazia” ha dichiarato Marco Cappato dell’associazione Luca Coscioni dopo la notizia arrivata dalla Consulta sull’inammissibilita’ del Referendum per l’Eutanasia legale. “Sull’Eutanasia proseguiremo con altri strumenti, abbiamo altri strumenti. Come con Piergiorgio Welby e Dj Fabio. Andremo avanti con disobbedienza civile, faremo ricorsi. Eutanasia legale contro Eutanasia clandestina”.

Raggiunta dall’Adnkronos, Mina Welby, moglie di Piergiorgio, è delusa: ”Non me lo aspettavo. Dalla Corte costituzionale mi è arrivata una stilettata al cuore. Sono senza parole e molto triste. Sto pensando a cosa poter fare, vorrei portare avanti l’eredità di mio marito perché era lui che voleva una buona legge sul fine vita. Ora voglio far pressione sui parlamentari perché la legge su cui stanno lavorando diventi una buona legge, che includa tutte le persone che ne avranno bisogno”.

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