La signora Fazzone di Caiazzo (località in provincia di Caserta) ha acquistato nel 2002 un immobile tramite asta giudiziaria al Tribunale di Santa Maria Capua Vetere. All’interno di questo locale, a partire dal 1983, veniva svolta la vendita di autovetture e pezzi di ricambio per auto. Nel 2008 la nuova proprietaria di questi spazi ha deciso di ristrutturarli, considerato il loro stato di degrado e abbandono. Ed è così che ha avuto inizio il suo calvario giudiziario.

Protagonista insieme alla signora Fazzone il gestore di un supermercato concorrente il quale parrebbe da indiscrezioni anch’esso denunciato in quanto privo di valida licenza commerciale. Quest’ultimo ha denunciato presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere i lavori di ristrutturazione fatti dalla Fazzone, ritenuti un abuso edilizio. Ma nel 2011 il Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) ha dato ragione alla donna, in quanto il locale acquistato all’asta era già autorizzato per essere uno spazio commerciale.

Poi la doccia fredda: nel 2018 il Consiglio di Stato ha dichiarato questi locali illegittimi da un punto di vista proprio commerciale. Il motivo? L’annullamento dei titoli edilizi risalenti al 1979, ben 40 anni prima che la struttura fosse acquistata dalla signora Fazzone. Quest’ultima non era a conoscenza dei fatti e la questione non era emersa durante la transazione tramite asta giudiziaria.

Da allora per la Fazzone e la società affittuaria di questi spazi è iniziato un incubo che ha avuto come esito la chiusura del locale con perdita di posti di lavoro, attrezzature tutte ammalorate ed un servizio per la comunità. La signora ha allora deciso di fare, secondo quanto previsto dalla legge, richiesta di condono affinché fossero sanati gli abusi rilevati dal Consiglio di Stato. Ma l’insistenza del gestore del supermercato ha fatto si che venisse annullata la procedura di condono che il Comune di Caiazzo aveva autorizzato nei confronti della Fazzone.

Quest’ultima ha cercato di dimostrare che l’abuso non è stato eseguito su un immobile costruito da lei, ma sopra una struttura acquisita con asta giudiziaria. Tuttavia il ricorso al Consiglio di Stato non è andato a buon fine e i giudici hanno confermato la sentenza del Tar di Napoli. Tuttora la struttura sta per essere acquisita dal Comune che non ha mai mosse un dito per risolvere la vicenda nonostante ci fossero tutti gli elementi tecnici a favore della regolarità dei titoli edilizi negli ultimi 40 anni. Come finirà questa vicenda? Lo Stato acquisirà un altro bene futura cattedrale nel deserto?

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