Si è aperta la corsa al deposito al Viminale dei simboli che saranno stampati sulle schede elettorali delle elezioni del nuovo Parlamento il prossimo 25 settembre: chi prima deposita, se ammesso il simbolo, più in alto e in evidenza sarà sulla scheda. Si entra a gruppi di cinque . E i simboli depositati vengono appesi esposti in bacheca. La gara si chiude domenica alle 16. L’ufficio elettorale darà quindi i suoi verdetti: ammessi, respinti, rimandati con richiesta di correzione con l’unico criterio di bandire sigle e immagini che possano trarre in inganno l’elettore al punto da poter finire di mettere la croce su un simbolo volendo invece votare altra lista, tratto in inganno da immagini, grafica, denominazinioni. A tagliare per primi il traguardo sono stati i Liberali del Pli guidati da Stefano De Luca, seguiti da Maie e lista Sacro Romano Impero. Fra i maggiori partiti, la Lega di Matteo Salvini si piazza nona. Il suo deus ex machina delle questioni elettorali Roberto Calderoli, ex ministro delle Riforme e padre anni fa della poi abrogata legge elettorale da lui stesso ribattezzate Porcellum , non ha fatto notte al Viminale insieme ai volontari come fatto alle scorse elezioni. Ma si è aggiunto un pò prima delle 8 quando l’Ufficio elettorale del Viminale ha aperto al pubblico il suo servizio. Calderoli ha confermato che il centrodestra si presenta come coalizione fra forze distinte con programma comune sottoscritto dai candidati comuni nell’uninominale e dai capi politici distinti delle liste in corsa autonoma nella proporzionale: Matteo Salvini per la Lega, Giorgia Meloni per Fratelli d’Italia, Silvio Berlusconi per Forza Italia. Mentre saranno i rappresentanti del listone unico “Noi Moderati” a indicare chi fra Mauruzio Lupi, Giovanni Toti, Lorenzo Cesa e Massimo Brugnaro come capo politico. Quanto al centrosinistra, Enrico Letta è indicato capo politico della lista del Pd Demcratici e Progressisti, con Più Europa e Socialisti. Luigi Di Maio per “Impegno Civile”. Sinistra Italiana e Verdi Europei devono scegliere fra i loro rispettivi leader Nicola Fratoianni, Angelo Bonelli Eleonora Evi o l’indicazione di un nome terzo. Per i Cinque Stelle, infine, il nome del capo politico è quello dell’ex Premier Giuseppe Conte. Nottatata (quasi) e incurante come gli altri della pioggerilina estiva che ha spruzzato un pò Roma e il ministero dell’Interno, invece l’ha fatta fra i volti noti della politica Clemente Mastella, sindaco di Benevento e leader di Noi di Centro che punta a eleggere in solitaria alla Camera nel collegio appunto di Benevento l’attuale senatrice Sandra Lonardo che di Mastella è da 50 anni consorte. E di buon ora davanti al Viminale si è piazzato anche l’ex Generale del Cocer sempre combattivo Antonio Pappalardo, con in mano il simbolo dei suoi “Gilet arancioni”, fra i protagonisti di proteste di piazza cinbtro i governi Conte II e Draghi.

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