– Intervistato da Avvenire, il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, sottolinea che “Il Made in Italy è di per sé un valore enorme: una ricerca indica che è percepito dal consumatore globale alla stregua di un marchio, d’eccellenza, fra i tre più conosciuti al mondo. Oggi va innovato associandolo anche al concetto di ‘sostenibile’ per accrescere il suo appeal nel mondo”. In quest’ottica, il secondo ministro, “va ripreso dopo 20 anni il dossier sull’etichettatura obbligatoria dell’origine delle merci, che fu avviato dall’Italia sin dal 2003 e tuttora non esiste nella Ue. Lottando per inserire misure compensative per i Paesi virtuosi o dazi per quelli che producono senza rispettare determinati standard, come si tentò di fare negli anni dopo l’organizzazione della Cina nel Wto, l’organizzazione mondiale del commercio, al vertice di Doha nel 2001, in cui proprio io rappresentavo il governo italiano”. “Noi vogliamo spostare il faro dall’oggetto al soggetto della produzione, e quindi all’imprenditore, ma anche a quanti cooperano con lui siano, essi dipendenti o professionisti. Intendo confrontarmi in ogni aspetto con chi li rappresenta, avendo come bussola la tutela dell’occupazione, non solo negli oltre 70 tavoli di crisi aperti”. E II cuneo fiscale? “È la priorità delle riduzioni fiscali. Deve premiare per 2/3 il lavoratore, perché dobbiamo aumentare la forza rispetto a chi riceve un sussidio nell’attesa di un lavoro. La logica del governo sarà quella di non ostacolare chi vuol fare, come ha premessoMeloni in Parlamento, ma anche di premiare chi farà di più”. 

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