Trovato l'accordo sulle concessioni balneari

Governo Meloni bocciato sui balneari. Il Consiglio di Stato interviene ancora una volta e assesta un duro colpo all’esecutivo guidato dalla leader di Fratelli d’Italia, bloccando la proroga automatica delle concessioni balneari perché “in contrasto” con l’articolo 12 della direttiva europea.

Lo ribadisce il Consiglio di Stato nella sentenza in cui accoglie il ricorso contro la decisione del comune di Manduria di prorogare fino al 2033 le concessioni demaniali marittime. Sentenza numero 2192 del primo marzo, depositata ieri, che boccia la norma inserita in Parlamento al decreto Milleproroghe, diventato legge, che allunga gare e concessioni al 31 dicembre 2024, allungabile “per ragioni oggettive” a fine 2025.

“La proroga automatica delle concessioni demaniali marittime in essere si pone in frontale contrasto” con varie direttive europee “e va, conseguentemente, disapplicata da qualunque organo dello Stato” scrivono in giudici amministrativi, aggiungendo che anche le nuove norme inserite nel Milleproroghe del 24 febbraio scorso vanno “disapplicate”.

Nel Milleproroghe del governo Meloni, l’esecutivo rinvia la messa a gara delle concessioni delle spiagge pubbliche, in aperto contrasto con le indicazioni europee di seguire la direttiva Bolkenstein, una scelta in aperto contrasto anche con le precedenti sentenze del Consiglio di Sato del 2021 che fissavano la scadenza delle proroghe delle concessioni esistenti al 31 dicembre 2023, rinviata di un anno dal governo col Milleproroghe.

Sulla vicenda, il 24 febbraio scorso, era intervenuto anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella che sottolineava “specifiche e rilevanti perplessità” di quelle norme volute con forza soprattutto dalla Lega e da Forza Italia, ma alla fine avallate pure da FdI. Ricordava quanto affermato dalla Corte di Giustizia europea che “ha ritenuto incompatibile con il diritto europeo la proroga delle concessioni”. E rivelava di essere stato sul punto di rinviare il decreto in Parlamento, senza convertirlo in legge se questo non avesse messo a rischio altre norme: “Tutto questo potrebbe giustificare l’esercizio della facoltà attribuitami dall’articolo 74 della Costituzione”. Perché quelle norme sui balneari “oltre a contrastare con le definitive sentenze del Consiglio di Stato, sono difformi dal diritto dell’Ue, anche in considerazione degli impegni in termini di apertura al mercato assunti dall’Italia” con il Pnrr.

 

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