Nei cunicoli dell’Azovstal filtrano spiragli di speranza. Dopo settimane di assedio estenuante, parzialmente sospeso solo per l’evacuazione dei civili, possono uscire anche i combattenti feriti, e non solo, asserragliati nell’acciaieria-bunker di Mariupol.

L’accordo di tregua, pazientemente tessuto dal governo di Volodymyr Zelensky all’ombra delle polemiche interne sul presunto abbandono del reggimento Azov, è stato annunciato dal ministero della Difesa russo: un cessate il fuoco temporaneo per consentire l’uscita attraverso i corridoi umanitari. Così in serata Kiev ha annunciato l’evacuazione di 264 militari.

Si tratta di 53 soldati feriti, condotti a Novoazovsk, e di 211 altri combattenti portati a Olenivka, nel territorio controllato dai separatisti filorussi di Donetsk. E la Svezia in mattinata ha firmato la domanda di adesione alla Nato.

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