Apple ha battuto Netflix nella corsa agli Oscar e i servizi in streaming hanno sbaragliato le major: “I Segni del Cuore – Coda” uscito sulla tv della mela col morso dopo aver debuttato l’anno scorso al Sundance Festival ha portato a casa la statuetta piu’ ambita, quella per il miglior film, contro “Il Potere del Cane” prodotto dal colosso di Los Gatos. Ma e’ stata anche la serata di Jane Campion, la terza donna nella storia degli Oscar a vincere come regista per quel western atipico arrivato alla vigilia dei premi con ben 12 nomination, vincendone 1.

Non sono mancati i colpi di scena nell’attesa serata degli Oscari, Will Smith ha rubato la scena: un pugno in diretta al comico Chris Rock che aveva ironizzato sulla testa rasata di sua moglie Jada Pinkett (che invece soffre di alopecia da tempo). Il protagonista di “King Richard – Una scelta vincente” si e’ poi scusato tra le lacrime a pioggia accettando l’Oscar per il miglior attore: “L’arte imita la vita: sembro il padre pazzo, come dicevano di Richard Williams, un feroce difensore della sua famiglia. L’amore ti fa fare pazzie”.

Amaro in bocca per l’Italia in questa 94esima edizione degli Oscar: sono rimasti fuori Paolo Sorrentino che correva per il miglior film internazionale con “E’ Stata la Mano di Dio” e ha perso contro il giapponese “Drive My Car” di Ryusuke Hamaguchi. Non ce l’hanno fatta neanche Enrico Casarosa per il cartone animato “Luca” (impossibile battere “Encanto”) e Massimo Cantini Parrini dei costumi di “Cyrano“, battuto da Jenny Beavan di “Crudelia”.

Una serata all’insegna di importanti temi: la disabilita’ in primo luogo, e poi i diritti Lgbtq evocati da Jessica Chastain vincitrice (con standing ovation di tutto il teatro) come migliore attrice per “Gli Occhi di Tammy Faye” nel ruolo di una telepredicatrice popolarissima negli anni Ottanta che, in controtendenza con l’ortodossia della destra religiosa negli anni dell’Aids, si era presa a cuore la causa dei gay.

La guerra in Ucraina ha trovato spazio in un minuto di silenzio e in tanti nastrini azzurro-gialli indossati dalle star, è saltato però l’atteso collegamento con il presidente ucraino Volodymyr Zelenksky, contro gli appelli di star come Sean Penn che aveva minacciato di fondere in diretta le sue due statuette se questo non fosse successo.

A fare ‘scorta di statutette’ è “Coda”. Dopo l’Oscar piu’ prestigioso, il film sui pescatori sordi del Massachusetts ha vinto per la migliore sceneggiatura non originale e per il miglior attore non protagonista, Troy Kotsur, accolto da applausi nella lingua dei segni, e che nella lingua dei segni ha fatto ridere e piangere gli spettatori evocando scene sul set e la figura del padre, “il miglior ‘signer'” della sua famiglia a cui un incidente stradale aveva levato la possibilita’ di usare le mani. Kotsur e’ il primo attore sordo a vincere un Oscar.

Belfast” ispirato all’infanzia di Kenneth Branagh durante i ‘Troubles’ nell’Irlanda del Nord era partito in pole position: si e’ accontentato del premio per la miglior sceneggiatura originale in una corsa competitiva. Dune ha conquistato diversi premi sul fronte tecnico: di 10 nomination, sei sono diventate statuette, tra cui la colonna sonora di Hans Zimmer. Billie Eilish e il fratello Finneas hanno vinto con No Time to Die il premio per la migliore canzone. E per i documentari la Summer of Soul del festival di Harlem 1969 riportata alla luce da Questlove.

Dall’omaggio ai 50 anni del “Padrino” con Francis Ford Coppola, Al Pacino e Robert De Niro sul palco, al ricordo per Lina Wertmuller (oltre a tanti altri da William Hurt alla direttrice della fotografia ucraina Halina Hutchins uccisa per errore da Alec Baldwin sul set di Rust), non sono mancate le emozioni alla serata degli Oscar.

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