Parla di inutili cacce alle streghe il gestore del rifugio a 3.343 metri sulla vetta del Marmolada, addolorato per quanto accaduto è certo che se fosse accaduto in una giornata di cattivo tempo oggi non si piangerebbero tanti morti.

“Ho pianto, non ho dormito nulla, sono stanco morto. Tra le vittime c’è anche un amico, una guida alpina di Padova. Se il seracco fosse caduto durante la settimana, se fosse caduto oggi che è brutto tempo, non ci sarebbero stati tutti quei morti… Invece tutti gli episodi si sono concatenati, creando i presupposti per la tragedia: il giorno, l’ora, il caldo”, sono queste le parole di Carlo Budel in un’intervista a ‘La Repubblica’.

Budel ha spiegato che una simile tragedia non era prevedibile. Il suo nome era rimbalzato agli onori della cronaca come colui che avrebbe lanciato un allarme nei giorni precedenti rispetto alle condizioni del ghiacciaio, cosa smentita da lui stesso: “Ogni tanto, durante il giorno, vado alla croce di vetta per rilassarmi. Quest’anno sento un suono pauroso, sono i torrenti che scorrono sotto il ghiaccio: scavano, scavano, scavano… E sotto quel seracco collassato c’era un lago… Però da qui a dire che ho lanciato un allarme, ce ne passa. – continua Budel – C’è chi ha fatto passare il messaggio che qualcuno non abbia fatto il proprio dovere. Non è così: quello che è successo domenica, lo ha affermato anche l’alpinista Simone Moro, non era né prevedibile, né evitabile. Per questo dico: non date la colpa a nessuno, non cerchiamo un capro espiatorio. Però dobbiamo essere consapevoli che abbiamo una colpa collettiva per il modo in cui stiamo trattando il nostro pianeta”.

Anche Budel parla di una tragedia causata dal cambiamento climatico: “Se non agiamo per fermare il riscaldamento globale, lo vedo male. Oggi c’è una pioggerellina che sembra di essere a Jesolo: di solito con questo tempo nevica… Il ghiacciaio resterà chiuso tutta l’estate, anche se mi aspetto che riaprano il percorso che porta in vetta dalla ferrata della cresta ovest. Ma è così anche altrove: un’amica guida alpina è stata pochi giorni fa in Svizzera, per un’uscita su un ghiacciaio più piccolo della Marmolada: l’hanno rimandata indietro, era troppo pericoloso”.

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