Intervista a Matilde Gioli

Matilde Gioli, dopo il grande successo della prima stagione è tornata protagonista di “Doc – Nelle tue mani -2” in onda su Rai1 il giovedì in prima serata dove interpreta la dottoressa Giulia Giordano al fianco di Luca Argentero. La serie è tratta da una storia vera del dottor Pierdante Piccioni, raccontata nel suo libro “Meno dodici”.

Intervista a Matilde Gioli

In Doc 2 come ritroviamo il tuo personaggio, la dottoressa Giulia Giordano?
In questa stagione Giulia ha un’evoluzione, anche fisica, si taglia i capelli, come se volesse guardare verso il futuro, un futuro però diverso rispetto a quello che aveva previsto. L’avevamo lasciata che non sapeva bene se rimanere o andare via ma l’avvento della pandemia le ha portato conseguenze sul piano personale rimettendo in gioco le sue decisioni e per il reparto la sua presenza e sarà importante per affrontare una serie di colpi di scena che verranno fuori di puntata in puntata. Nel corso della serie usciranno altri lati di Giulia che non conoscete ancora.

Quanto la pandemia sarà presente in questa seconda stagione?
La sceneggiatura tratta il covid come un’emergenza, con allarme ma senza allarmismo. La racconteremo dalla parte di chi mette al primo posto il concetto di cura, ma anche con un sentimento positivo. Il messaggio che vogliamo far passare è: facciamo squadra per uscirne tutti insieme. Rimarrà comunque sempre di sottofondo con un fil rouge che legherà tutte le puntate.

Che effetto ti ha fatto ripercorrere sul set quello che hanno passato realmente i medici durante la fase critica della pandemia?
Girare le scene in un reparto Covid mi ha fatto capire quanto sia stata fortunata e privilegiata nella vita reale a non essermi mai ammalata di Covid e nemmeno i miei cari. Sono stata in casa ma serenamente a cucinare e guardare film. Non mi sono mai lamentata, ho seguito le regole e fatto il vaccino, non mi posso lamentare. Abbiamo avuto testimonianze di veri operatori sanitari di cosa è stato lavorare in corsia nei picchi della pandemia e poi girando sul set con tute, doppia mascherina, doppi guanti, e mi sono resa conto delle condizioni difficilissime in cui hanno lavorato medici e infermieri. È stata un’occasione per riflettere.

Secondo te qual è la forza di Doc che attira tanto il pubblico?
Credo che sia l’empatia verso i pazienti di cui si parla nella serie. Tutti vorremmo essere trattati così da pazienti: è importante la storia delle persone, oltre alla cartella clinica, vale per tutti noi. Questa fiction è un lavoro che mi porterò nel cuore e il personaggio di Giulia mi ha reso felice perché ha realizzato il mio sogno perché da piccola volevo fare il medico.

Tu e Giulia avete dei tratti comuni?
Non ci assomigliamo per niente perché io sono fortemente empatica, mentre Giulia è’ una dottoressa molto seria e devota al suo lavoro, una donna lucida, precisa, puntuale.

“Doc” racconta la vera storia del dottor Pierdante Piccioni che dopo anni si risveglia dopo un incidente Hai conosciuto Piccioni?
Sì, e siamo diventati amici, è una persona deliziosa, ancora oggi viene sul set a trovarci. Poi lui si occupa di neuroscienze, tema che mi affascina molto.

A cura di P.T.

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