Intervista a Edoardo Leo

Lasciarsi un giorno a Roma”, è il nuovo film di Edoardo Leo da lui diretto e interpretato, uscito il 1 gennaio su Sky Cinema e in streaming su Now, che indaga sui rapporti di coppia oggi: lasciarsi o proseguire insieme? Il film ha già raccolto 1 milione di spettatori medi, attestandosi così come terzo titolo Sky Original più visto di sempre e miglior commedia sentimentale italiana italiana degli ultimi tre anni su Sky.

Per la prima volta l’attore e regista romano si è cimentato in una commedia sentimentale che esplora i rapporti all’interno di due coppie ormai consolidate ma evidentemente in crisi. Tanto in crisi che nella prima, Zoe (Marta Nieto) chiede consigli su come lasciare il suo partner dopo 10 anni a una posta del cuore non sapendo che a tenere quella rubrica è proprio il suo compagno Tommaso (Edoardo Leo). Nella seconda Umberto (Stefano Fresi) decide di separarsi dalla moglie Elena (Claudia Gerini) troppo presa dal ruolo di sindaca di Roma da non dedicarsi più alla sua famiglia, a suo marito e a sua figlia.

Intervista a Edoardo Leo

Edoardo di cosa parla il film e che coppie hai analizzato?
Parla di qualcosa che è successo a tutti noi: lasciare o essere lasciati, ancor di più per quelli della mia generazione, sui 40/50 anni, c’è sempre quel momento, quando un rapporto dura da tanti anni, di farsi domande se andare avanti o no. qui Io vesto i panni di uno scrittore fidanzato da dieci anni con una ragazza spagnola in carriera (Marta Nieto). L’altra coppia in crisi è quella formata da Claudia Gerini e Stefano Fresi, lei sindaca di Roma che pensa solo al lavoro e lui nelle vesti del vicepreside di un liceo e di mammo. Due donne in carriera.

Che domande si fanno le coppie del film?
Domande reali: quanto è difficile separarsi dopo un lungo rapporto, dopo dieci anni di convivenza o di matrimonio? Quanto è difficile trovare le parole, i modi? Quanto è complicato voler lasciare un uomo senza farlo soffrire? E se un giorno, in un momento di disperazione e solitudine si scrivesse ad una posta del cuore? Per sfogarsi o per trovare qualcuno che ci suggerisse come fare, come riuscire a separarci senza far soffrire il nostro partner? Ma soprattutto cosa succederebbe se quella lettera anonima arrivasse proprio al nostro compagno?

E sullo sfondo di queste storie, come dice il titolo, la tua splendida città, Roma.
Volevo affrontare questo tema nel contesto di una grande co-produzione internazionale, mettendo in scena una coppia mista, lei spagnola, lui italiano. Diverse lingue, diversi modi di affrontare le cose. Fotografando Roma come un grande teatro romantico dove ambientare la storia. La fine di un amore messa in scena nella bellezza di una città che gli amori li fa nascere. Inoltre nelle due coppie protagoniste le due donne hanno ruoli sociali e lavorativi più importanti dei due uomini. Con tutto quello che ne consegue a livello di rapporto di coppia. Una riflessione sul ruolo del “maschio” contemporaneo e sui necessari cambiamenti comportamentali da affrontare.

Secondo te quanto il lockdown ha influito sui rapporti di coppia nel bene e nel male?
Si. Stare h 24 ore insieme, la mancata comunicazione, ha accelerato questo meccanismo di confronto. Quando sei chiuso in casa per tre mesi, è lì che capisci se la comunicazione è sana o meno.

Qual è la difficoltà più grande nella scelta di separarsi che hai colto?
Dopo dieci anni di rapporto lasciarsi significa non solo separarsi ma lasciare un mondo di amicizie, di rapporti, di consuetudini, di cose che ci fanno stare al sicuro. Tutti noi non abbiamo un rapporto solo con la nostra donna/uomo ma con un universo che perderemo. E improvvisamente si tenta questo salto nel vuoto.

a cura di P.T.

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