“È l’inizio di un percorso. Non si può pensare che persone che hanno origini diverse trovino immediatamente un linguaggio comune e un senso di comunità”: Giovanni Toti non si aspetta il suo progetto di costituzione del Centro sia facile: “Francamente – dice intervistato dal Corriere della Sera – sarebbe ingenuo pensarlo”. Ma insiste perché ritiene che è “mutato il contesto storico, politico ed economico” e “a volte gli esperimenti funzionano per i dati di contesto”. “Non pensiate – aggiunge – che ci siamo messi in testa di rifare la Dc, il nostro è un progetto più ambizioso”: “Dobbiamo entrare nella Terza Repubblica”. A Calenda che ha subito detto no “al fritto misto”, risponde: “Carlo ha ragione quando sostiene che il centro non debba poi risultare un’ammucchiata. Allo stesso tempo si dice disponibile a percorsi comuni in vista del raggiungimento di precisi obiettivi”, e anticipa che “parteciperò ben volentieri, il prossimo settembre, alla convention di Azione”. A Berlusconi che dice che il centro è FI, replica che “Forza Italia è stata la grande casa dei riformisti, ma è ormai diventata un monolocale o poco più. Pur di difendere qualche rendita di posizione si arrocca nel fortino. Con l’eccezione di Mariastella Gelmini che ha risposto all’invito come ministro del governo Draghi”.