Ministro, segretario del Ppi e tra i padri dell’Ulivo, parlamentare ed europarlamentare, latinista raffinato. Gerardo Bianco scompare all’eta’ di 91 anni, lasciando tra chi l’ha conosciuto il ricordo di un politico limpido, di uno studioso infaticabile, di un analista lucido fino all’ultimo giorno. “Il parlamento e’ la mia passione” ha detto di se’. Bianco nasce in un paese montano dell’avellinese, Guardia Lombradi, il 12 settembre 1931. E l’amore per il suo Sud non lo lascia nemmeno quando vince una borsa di studio nel prestigioso Collegio Augustinianum dell’Universita’ Cattolica del Sacro Cuore di Milano e quando si laurea all’Universita’ di Parma che poi lo vedra’ diventare docente di Lingua e letteratura latina. Nella palestra politica e sociale della Fuci muove i primi passi politici, poi il cursus honorum dal basso, dalla segreteria Dc di Avellino, espressione di correnti della sinistra del partito guidate da Sullo, De Mita, Donat-Cattin e Marini, fino al salto a Roma nella V legislatura. Dal 1968 al 2008 e’ stato nove volte parlamentare e una volta europarlamentare. Nel 1990 subentra al ministero dell’Istruzione a Sergio Mattarella che si dimette con altri ministri e sottosegretari della sinistra Dc per dissenso sulla legge Mammi’ del sesto governo Andreotti. “Contro la mia volonta’. Io non volevo andare a giurare, ma mia moglie fu pregata da Forlani” racconta in una delle sue ultime interviste.

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