Indagato l'ex sindaco di Pozzuoli Figliolia

Prestazioni sessuali con una donna in cambio di buoni spesa Covid: è quanto la Procura di Napoli, che indaga sull’assegnazione di alcuni appalti a Pozzuoli, contesta all’ex sindaco della città flegrea, Vincenzo Figliolia, nei confronti del quali i sostituti procuratori Capuano e Sica ipotizzano i reati di concussione e peculato.

Dopo la gogna, arrivano le parole del diretto interessato: “Non posso che esprimere il mio profondo rammarico per la pubblicazione sui principali quotidiani di una vicenda strettamente personale che, evidentemente, avrebbe dovuto rimanere riservata in ambito processuale, le cui connotazioni di illiceità non riesco davvero a comprendere”.

“Il mio rammarico – aggiunge Figliolia- è poca cosa rispetto alla sofferenza che provo, perché consapevole che quanto accaduto ha profondamente ed ingiustamente ferito la dignità dei miei figli, di mia moglie e della mia anziana madre che da sempre sono stati costretti condividere e, spesso a subire, il mio sconfinato amore per la città dove sono nato. Amore che, purtroppo, non mi ha consentito di essere un padre presente ed un marito premuroso. A prescindere da ogni considerazione sulla veridicità dei fatti pubblicati, a loro chiedo umilmente perdono”.

“Tutto questo, però – prosegue – mi dà ancora più vigore affinché possa dimostrare l’assoluta correttezza del mio operato come persona e come amministratore pubblico, unicamente finalizzato a garantire per la città di Pozzuoli le migliori opportunità per consentirle di competere alla pari con le altre rinomate località della nostra regione quale meta di interesse turistico internazionale e, con riferimento alla vicenda pubblicata stamane, l’assenza di qualsiasi strumentalizzazione della mia funzione o l’indebito utilizzo di beni dell’amministrazione. Spero solo che non debba aspettare oltre 10 anni per provare la mia innocenza, come è già avvenuto in relazione alla vicenda relativa al mercato ittico. Procedimento all’esito del quale, come è noto, la Corte d’Appello di Napoli non solo riconobbe la mia estraneità, ma sottolineò l’utilità della mia iniziativa amministrativa diretta a risolvere le problematiche per le quali ero stato imputato”, conclude..

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