Morto da solo. Abbandonato in cella per 17 anni. E’ la sintesi del post pubblicato sui social da padre Maurizio Patriciello, parroco di Caivano, altro territorio di frontiera, dopo la morte di Cosimo Di Lauro, il primogenito del superboss Paolo, avvenuta ieri mattina nel carcere milanese di Opera. Di Lauro aveva 48 anni.

“È morto. Solo. Dopo 17 anni di carcere duro. Era ancora giovane. È morto. Senza un conforto. Senza una carezza. Senza una preghiera. È morto come un miserabile. Eppure fu ricchissimo. Si chiamava Cosimo Di Lauro. Fu un camorrista spietato, vigliacco, sanguinario. Un vero terrorista. Nessuno mai lo amò. Nemmeno i genitori. Nemmeno i suoi fratelli. Suo padre firmò la sua condanna a morte. Giovani camorristi, fermatevi. Riflettete. Tornate indietro. Pentitevi. Godetevi la vita. Il fantasma di Cosimo Di Lauro vi tolga la pace e il sonno. Fratello Cosimo, so che tanti ti augurano l’inferno. Io, povero prete, ti affido alle mani del buon Dio. Che abbia pietà di te e della tua vita scellerata. E abbia pietà di noi, costretti a convivere con chi, come te, ha insanguinato e insanguina la nostra terra generosa e bella”

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