“Siamo al fianco di tutti i lavoratori dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro (Inl) e dell’Agenzia Nazionale Politiche Attive del Lavoro (Anpal), che oggi sono confluiti a Roma, dagli Uffici territoriali della Campania e di tutta Italia, davanti alla sede del Ministero del Lavoro, per protestare contro l’ingiusta esclusione dalla perequazione dell’indennità di amministrazione”. Sono le parole di Michele Schiano di Visconti, capogruppo di Fratelli d’Italia al consiglio regionale della Campania e commissario provinciale di Napoli del partito di Giorgia Meloni, a sostegno delle iniziative di protesta, messe in atto dagli impiegati delle due agenzie, attraverso assemblee sui luoghi di lavoro, dal 21 al 25 febbraio, che dopo la manifestazione nazionale di oggi a Roma culmineranno nello sciopero nazionale proclamato per il 18 marzo. Il fenomeno delle “morti bianche” richiede investimenti urgenti e concreti sulle persone che operano in prima linea,  gli ispettori del lavoro, per intensificare i controlli e rendere più incisive le azioni di contrasto. E invece, a parole, il ministro Orlando continua a dire “basta morti sul lavoro”, ma, nei fatti, si lasciano gli ispettorati in condizioni di gravissime carenze di organico e si persevera nella logica del costo zero, quella logica per cui, sin dall’anno 2017, e cioè dalla nascita dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro, non sono mai stati realizzati quegli investimenti volti a qualificare il ruolo dell’Agenzia Unica ispettiva e a renderla di fatto un efficiente presidio di legalità in materia di lavoro e di sicurezza sui territori. Se a questo si aggiunge che gli obiettivi della lotta al lavoro sommerso, previsti nel Pnrr, risultano tuttora privi di finanziamento nel decreto del Mef del 6 agosto 2021, si può comprendere appieno come e quanto il ministro abbia a cuore le sorti dell’Ispettorato Nazionale del lavoro. Ecco la ragione per cui Fratelli d’Italia sostiene e sosterrà, a spada tratta, la mobilitazione degli Ispettori del lavoro, in quanto non scaturisce tanto da una questione di soldi, ossia dal fatto di vedersi riconosciuta l’indennità di amministrazione, alla pari degli altri colleghi del Ministero del lavoro, ma essenzialmente da una questione di dignità, ossia quella di poter svolgere appieno il proprio ruolo , con strumenti, risorse e mezzi adeguati. Al ministro Orlando chiediamo di far seguire alle parole i fatti, ponendo in essere ogni iniziativa utile a porre rimedio a questa ingiusta discriminazione e investendo quante più risorse possibili sul rilancio dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro, unico presidio di legalità e sicurezza sui territori.

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