Ama il teatro, che ha conosciuto durante la detenzione in carcereErnesto Colella, l’ambulante napoletano che in questi giorni spopola sul web in un video dove canta e festeggia insieme ai tifosi del Milan dopo la vittoria dello scudetto al Mapei Stadium di Reggio Emilia contro il Sassuolo. Nel filmato lo si vede prima intonare “Siamo noi, siamo noi, i campioni dell’Italia siamo noi” prima però di urlare un “Forza Napoli“.

La sua storia è stata raccontata dallo stesso protagonista del corso della trasmissione ‘La Radiazza’ di Gianni Simioli in onda ogni mattina dal lunedì a al venerdì su Radio Marte. Colella vive nel quartiere di Pianura. E’ sposato (“fortunatamente mi sopporta ancora”) e ha una figlia di 13 anni. “Il video l’ho postato su TikTok” racconta e dopo il successo di visualizzazioni spiega che lo hanno contattato persone che “non sentivo da quando mi sono fatto la comunione”. Ernesto spiega che il venditore ambulante fuori lo stadio lo fa per arrotondare perché dopo l’esperienza in carcere “fortunatamente c’è una persona che ha creduto in me, si chiama Antonio Parrucci e mi ha accolto dell’azienda di famiglia. Già è difficile per chi manda curriculum cercare lavoro, figurarsi uno come me che è stato in carcere e prima faceva solo il venditore ambulante fuori lo stadio”.

Poi racconta la sua improvvisazione, quella di fingersi tifoso della squadra di turno, come è nata: “In carcere ho impiegato il tempo per migliorarmi, studiando e facendo corsi di teatro e cucina. Perché a teatro puoi essere chi vuoi e quando lavoro come ambulante nel week end provo a camuffarmi: all’occorrenza parlo milanese, bergamasco, romano“. Insomma una interpretazione che cambia di domenica in domenica anche perché – spiega – se dico che sono napoletano non ti danno più di 10 euro”. Invece quando parla la loro “lingua” arriva a chiedergli anche “20-25 euro” per i gadget che vende.

Domenica scorsa “avevo puntato tutto sul Milan, sapevo che non potevo sbagliare. Se il Milan non avesse vinto lo scudetto avrei dovuto buttare tutto. Mi è andata, fortunatamente, molto bene“.

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