Intervista a Le Vibrazioni

Le Vibrazioni tornano per la quarta volta al Festival di Sanremo, in gara con il brano “Tantissimo” scritta da Francesco Sarcina, Roberto Casalino e Niccolò Verrienti. La band milanese, con oltre 20 anni di carriera, 5 album all’attivo e più di un milione di dischi venduti, è formata da Francesco Sarcina, Stefano Verderi, Marco Castellani Garrincha e Alessandro Deidda.

Intervista a Le Vibrazioni

Che emozione e con che spirito affrontate questo Sanremo?
Rappresentiamo il rock e siamo anche l’unica band presente ma non per questo sentiamo una responsabilità maggiore. Forse è cambiata la percezione degli altri: noi siamo questi da sempre, vecchia guardia, ma pronti a dare la scossa. Andiamo per suonare, per ricominciare. Ad aprile esce il nostro nuovo ep e non vediamo l’ora di tornare a fare concerti in estate.

Cosa ci raccontate del brano in gara?
Tantissimo è un brano di matrice rock, energico e incalzante dove emerge l’animo più viscerale de Le Vibrazioni. A questa energia travolgente si contrappone un testo intimista e dal linguaggio universale, in cui ciascuno può trovare un pezzo della propria esperienza di vita. Gli eccessi, le occasioni perse, i momenti di sconforto, le sofferenze e tutto ciò che nel tempo finisce per segnarti e renderti la persona che sei oggi.

Per la serata dedicata alle cover di venerdì 4 febbraio, proporrete una vostra versione del celebre brano “Live and let Die” scritto da Paul e Linda McCartney. La performance sarà arricchita dalla partecipazione del Maestro Peppe Vessicchio e dal duetto con Sophie Scott, la leader dei Sophie and The Giants.
Il Maestro è per fortuna tornato negativo, vedremo man mano quando potrà dirigerci. Mentre sul duetto Sophie è fresca, canta benissimo. Abbiamo voluto coinvolgere un’inglese visto che il brano è una cover di Paul McCartney. Vogliamo scardinare i confini tra le generazioni e le nazioni. Ci siamo trovati, abbiamo scherzato, riso e cantato benissimo, vogliamo suonare e divertirci. È un brano con cui siamo cresciuti, che racchiude la nostra storia.

Lo scorso anno sono stati i Maneskin la quota rock del festival a scuotere l’Ariston. Cosa ne pensate di loro?
Sono delle mosche bianche: sono giovani, suonano, fanno rock. Oggi non è così frequente: i ragazzi sono abituati a stare nelle loro camerette e a lavorare con il computer, con le basi e l’autotune. Forse è un problema culturale, non ci sono spazi dove suonare, gli ultimi 15 anni hanno visto morire tanti locali. Il rock però è un’attitudine, se Mozart o Vivaldi avessero avuto l’elettricità sarebbero stati molto rock.

a cura di P.T.

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