La Russia ha bloccato l’adozione di una dichiarazione congiunta al termine della conferenza di quattro settimane delle Nazioni Unite sulla revisione del Trattato sulla non proliferazione delle armi nucleari (Npt), denunciando termini “politici”.

I 191 firmatari dell’Npt, che mira a prevenire la diffusione delle armi nucleari e a promuovere il disarmo completo e la cooperazione nell’uso pacifico dell’energia nucleare, si sono riuniti presso la sede delle Nazioni Unite a New York dal 1 agosto.

Ma nonostante un mese di trattative e una sessione finale rinviata di diverse ore, “la conferenza non è in grado di raggiungere un accordo”, ha detto il presidente del vertice, l’argentino Gustavo Zlauvinen, dopo l’intervento della Russia.

Il rappresentante russo, Igor Vishnevetsky, ha infatti denunciato la mancanza di “equilibrio” nella bozza del testo finale di oltre 30 pagine. “La nostra delegazione ha un’obiezione chiave su alcuni paragrafi che sono spudoratamente politici”, ha affermato ripetendo più volte che la Russia non è stato l’unico Paese ad avere obiezioni al testo in generale.

Secondo fonti vicine ai negoziati, la Russia è particolarmente contraria ai paragrafi riguardanti la centrale nucleare ucraina di Zaporizhzhia, occupata dall’esercito russo. L’ultimo testo sul tavolo sottolineava “grande preoccupazione” per le attività militari intorno alle centrali ucraine, tra cui Zaporizhzhia, la “perdita del controllo” dell’Ucraina di questi siti e “il significativo impatto sulla sicurezza”.

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