“Sono sempre stata convinta che ogni persona debba decidere sulla propria vita e debba farlo anche sulla propria fine, senza costrizioni, senza imposizioni, liberamente, e credo di averlo fatto, dopo averci pensato parecchio, mettendo anche in atto convinzioni che avevo anche prima della malattia. Avrei sicuramente preferito finire la mia vita nel mio letto, nella mia casa, tenendo la mano di mia figlia e la mano di mio marito. Purtroppo questo non e’ stato possibile e, quindi, ho dovuto venire qui da sola”. Lo dice nel suo ultimo messaggio la signora Elena, residente a Spinea (Venezia), che fino a ieri era conosciuta con il nome di fantasia “Adelina” per ragioni di privacy. La donna e’ morta oggi in Svizzera, dove si era recata ieri in Svizzera come Marco Cappato, tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni.

Elena aveva ricevuto la diagnosi di microcitoma polmonare a inizio luglio 2021. Da subito i medici le avevano detto che avrebbe avuto poche possibilita’ di uscirne, dopo tentativi di cure, le e’ stato detto che c’erano pochi mesi ancora di sopravvivenza, con una situazione che, via via, sarebbe diventata sempre piu’ pesante. “Elena ha appena confermato la sua volonta’: e’ morta, nel modo che ha scelto, nel Paese che glielo ha permesso. Domattina, in Italia, andro’ ad autodenuciarmi” , ha dichiarato i Cappato, che domani andra’ ad autodenunciarsi domani presso la stazione dei Carabinieri in via Fosse Ardeatine 4 a Milano alle ore 11. Per Marco Cappato si tratta di una nuova disobbedienza civile, dal momento che la persona accompagnata non e’ “tenuta in vita da trattamenti di sostegno vitale”, quindi non rientra nei casi previsti dalla sentenza 242\2019 della Corte costituzionale sul caso Cappato\Dj Fabo per l’accesso alla tecnica in Italia.

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