Revocare il 41 bis ad Alfredo Cospito, l’anarchico in sciopero della fame da quattro mesi, significherebbe aprire la strada per le richieste di una moltitudine di mafiose. E’ quanto ribadisce il ministro della Giustizia Carlo Nordio nel corso dell’informativa alla Camera. Secondo il Guardasigilli, quella di Cospito è una “scelta consapevole di deterioramento fisico” e, in caso di revoca del carcere duro per le sue condizioni di salute, “chiunque adottasse la stessa strategia potrebbe ottenere la revoca”.

Nordio sottolinea che “le condizioni di salute di Cospito, derivanti dallo sciopero della fame da lui attuato, non sono tali da incidere in maniera determinante sulla sua rilevante e permanente pericolosità sociale. Il detenuto non è affetto da patologia cronica invalidante ma si sta volontariamente procurando uno stato di salute precario, perseverando in un comportamento, nonostante i reiterati inviti da parte dell’autorità sanitaria. Qualora la modifica del 41 bis fosse subordinata alle condizioni di salute del detenuto, a loro volta determinate dalla scelta consapevole di deterioramento fisico attraverso il rifiuto della nutrizione, la stessa norma perderebbe automaticamente di efficacia perché chi vi fosse sottoposto potrebbe con la medesima strategia ottenere una modifica”. Per il capo di via Arenula “vi è dunque un’insanabile contraddizione logica tra la richiesta anche da parte di questa assemblea di mantenere severa questa disciplina e quella limitata per ora al caso Cospito di modularla in funzione di una libera scelta dell’interessato a cui spetterebbe in ultima analisi la deliberazione e la decisione sulla sua stessa applicazione”.

Il governo mantiene così la linea dura con Nordio che ribadisce che le proteste degli anarchici delle ultime settimane “hanno determinato a rendere immutata, anzi aumentata, la valutazione sulla sua pericolosità sociale. La “pericolosità” di Cospito “è confermata dal moltiplicarsi di azioni intimidatorie e violente”, per cui “permane la sua capacità di orientare la galassia anarco-insurrezionalista”. Secondo Nordio “gli appelli del detenuto non vengono ignorati, ma si sono trasformati in un’onda d’urto“.

Per queste ragioni non sarebbero presenti nuovi elementi per revocare il 41bis a Cospito. “Gli elementi di novità addotti dalla difesa a sostegno della richiesta di revoca anticipata del regime carcerario differenziato non sono dotati della necessaria portata demolitoria dei presupposti per il mantenimento di tale regime”, ha sottolineato il ministro, ricordando che “tale valutazione trova pieno riscontro” anche “nel parere espresso dal procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo” Giovanni Melillo.

Il ministro spiega che le condizioni di salute di Cospito, ricoverato dall’11 febbraio nel reparto di medicina penitenziaria dell’ospedale San Paolo di Milano, “sono monitorate in tempo reale”. “Dalla relazione sanitaria del 12 febbraio” emerge che “Cospito si trova in discrete condizioni generali, vigile e orientato, autonomo nella deambulazione, posto in monitoraggio elettrocardiografico di continuo. Sono stati richiesti controlli ematici di controllo e proposte terapie che al momento accetta solo parzialmente. Dalla nota del 13 febbraio” si apprende che “il detenuto ha ripreso gli integratori di potassio e i valori sono risaliti di poco. Successivamente i medici hanno rilevato che ha migliorato notevolmente il quadro clinico che comunque rimaneva critico. Dalla nota del 14 febbraio risulta che Cospito nella giornata di ieri ha assunto yogurt con miele e oggi potassio, zucchero e sale e anche fatto sapere che già dal pomeriggio riprenderà l’assunzione degli integratori personali. Dalla risultanza della documentazione medica non emerge alcun decadimento cognitivo, unico elemento valutabile ai fini dell’incidenza su pericolosità sociale in rilievo nella procedura di revoca per carcere duro”.

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